L’Italia che cambia nella…


…forma e nel colore è in trasformazione è una strana sensazione…
Ho preso a prestito, storpiandone una parte, questa canzone dei Litfiba perché fa capire cosa è appena avvenuto in Italia a queste amministrative 2012 che secondo Napolitano hanno interessato solo una piccola parte dell’Italia e per giunta a livello locale e non politico. Intanto caro Presidente hanno coinvolto circa 1/5 degli aventi diritto al voto quindi definire il 20% una piccola parte mi sembra già assurdo, poi dire che non hanno rilevanza nazionale è solo in parte vero. Queste elezioni sono state si locali ma se analizzate approfonditamente possono dare un trend nazionale molto interessante.
Il segno più evidente è il crollo verticale del PDL che si schianta su se stesso e se ha già dei sindaci o alcuni al ballottaggio lo deve all’utilizzo intensivo della tecnica paracadute che consiste nell’attorniare il proprio candidato da liste civiche create appositamente per reindirizzare gli scontenti della macrostruttura nazionale.
Un altro passo negativo anche se non così pesante lo segnano IdV, SeL e quello che restava della sinistra in generale, andando quasi ad annullare in molte aree il proprio elettorato fatta eccezione per Palermo dove è stato il solo candidato a trascinare i voti.
Metto assieme UDC e FLI perché sono rimasti stabili ma non hanno minimamente raccolto nulla dalla fuga del PDL e questo è un brutto segno poiché era quello il loro bacino di riferimento.
Discorso strano sul PD perché regge ma non convince visto che in molti comuni è dovuto andare al ballottaggio anziché prendersi la classica vittoria al primo turno. Anche lì c’è stato un sapiente uso della tecnica paracadute che ha aiutato ad assorbire il colpo. Il vero dilemma di questo partito è sul lungo periodo visto il suo immobilismo.
Passiamo ora alla Lega Nord che anche se ha già un sindaco ha tutto sommato retto, ma ha fatto vedere di essere crollata pesantemente nei suoi regni storici e questo è segno importante della disillusione generale dei suoi elettori.
Per finire il Movimento 5 Stelle, alla sua terza prova elettorale, ha già fatto vedere numeri a due cifre, un sindaco al primo turno e alcuni ballottaggi di rilevo come a Parma e uno di poco schivato a Genova. Un risultato che potrebbe far pensare ad un boom, ma non è così perché in alcune aree il M5S non è proprio presente oppure se c’è ha segnato risultati veramente ridicoli.
Guardando così sembrerebbe quindi che il vero vincitore sia il M5S, ma non è assolutamente vero. Il vero vincitore è l’astensionismo che sta sempre più andando verso la preoccupante soglia 40% che per un paese democratico è un vero e proprio cancro della società che non si sente rappresentata da nessuno e che alle nazionali ancor più difficilmente troverà un proprio rappresentanti vista la mancanza di liste civiche a supporto dei partiti maggiori, con l’unica eccezione del M5S che è l’unica vera novità su base quasi nazionale (circa 1/3 e ricordo che la Lega Nord inizio circa così).
Quindi è chiaro il crollo di un certo tipo di politica e il bisogno dei cittadini di trovare valide alternative a quanto hanno dovuto scegliere negli ultimi 10-20 anni.
Il problema ora è sperare che non ci accada come in Grecia dove gli estremisti, soprattutto di destra, stanno prendendo molti consensi. Questo sarebbe un rischio per una sana democrazia.

Volete una visione più autorevole della mia? Allora guardatevi quella di Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore e resterete stupiti di come l’abbiamo vista uguale. L’articolo è successivo a questo mio post.