Gli Dei ritornano – Puntata 122

Ormai il treno è arrivato quasi a Bologna e lui non ha ancora fatto nulla.
Qualcosa non mi torna.
“Sergente, mi riepiloga i movimenti del ragazzo a Roma?”
“Certamente signore. Ha comprato abiti e uno zaino nuovi. Ha buttato via i vecchi in un cestino. Ha comprato un biglietto del treno per Milano. Ha comprato un biglietto aereo da Milano a Francoforte. Ha poi fatto un bancomat prelevando 500 euro, ha comprato una penna, un blocco note, del nastro adesivo, un contenitore metallico per alimenti e si è fermato a prendere da mangiare che poi ha riposto nel contenitore metallico e da bere.”
Apparentemente nulla di troppo strano, eppure sento che stia meditando qualcosa.
L’aria pensierosa e la fronte corrugata del Tenente si potevano vedere anche nella penombra del centro operativo di Struttura.
“Tenente non mi dica che non sa più cosa fare. Il ragazzo non ha ancora fatto nulla.”
“Lo so, eppure non mi convince qualcosa, con il cambio di abiti abbiamo già perso metà delle cimici e riguardo il biglietto aereo, perché compralo già a Roma per farci sapere così in anticipo le sue mosse?”
“Forse perché non ha problemi a farci sapere le sue mosse.”
La voce del Maggiore si presentava con un’intonazione volutamente ironica.
“Il fatto poi che non sappiamo bene cosa si siano detti all’interno dell’agenzia viaggi mi da da pensare.”
“Sergente, ha già mandato uno dei nostri a Roma a fare qualche domanda in quell’agenzia?”
“Si, ma deve ancora consegnarci il rapporto… Tenente, una comunicazione da Diego dal treno.”
“Il soggetto si è appena alzato ed è andato in bagno. Sono poco distante, Fabio è rimasto al posto e sta monitorando i segnali delle cimici nei documenti e nel telefono che ha sempre tenuto spento. Ci stiamo per fermare in stazione.”
“Bene, rimanga lì e attenda che esca, non vorrei che scendesse dal treno a Bologna.”
“Tenente, abbiamo una chiamata dal nostro uomo a Roma.”
“All’agenzia viaggi questa mattina gli hanno venduto anche un biglietto regionale bologna venezia.”
La faccia del Tenente si illuminò immediatamente.
“Ci siamo fermati ora. La gente sta scendendo dal treno. Lui è uscito adesso dal bagno, è sceso!”
“Lo sapevo! Presto seguitelo e non perdetelo d’occhio.”
“Tenente, ho perso il contatto con i segnali delle altre cimici presenti nei documenti e nel telefono.”
“Non perdetelo!”
Gli attimi passavano nel silenzio.
“Voglio vedere, provate ad entrare nel sistema delle telecamere di sorveglianza della stazione!”
Subito i tecnici iniziarono a eseguire l’ordine del Tenente.
“Tenente, sono Diego e Fabio è qui al mio fianco. Abbiamo perso l’obbiettivo, nel sottopassaggio si sono riversati contemporaneamente passeggeri di altri treni e lo abbiamo perso.”
“Maledizione, dove siete ora?”
“Vicino al binario 8 dove c’è in partenza un treno per Venezia.”
“Presto salite e controllate che non si sia…”
“Tenente, un attimo…”
La voce del Maggiore interruppe quella del Tenente.
“…Diego, lei ritorni subito sul treno per Milano e lei Fabio controlli quello per Venezia.”
“Presto, fate come ha detto il Maggiore!”
La tensione nella voce del Tenente era palpabile.
I momenti di silenzio infiniti.
“Tenente, le registrazioni delle videocamere ci fanno vedere che è salito sul treno per Venezia.”
“Signore, il treno per Milano è appena partito, sono riuscito a risalirci sopra per poco.”
I minuti scorrevano imperterriti mentre i tecnici guardavano i filmati delle registrazioni, il Tenente era sempre più nervoso mentre il Maggiore sembrava tutto sommato rilassato.
“Tenente, sono Fabio, mi hanno raggiunto gli altri di supporto e non lo abbiamo trovato sul treno per Venezia.”
“Ok, probabilmente ci vuole depistare con Malpensa, spostiamo tutti gli uomini da là e mandiamoli a Milano centrale.”
“Tenente, sono Diego, ho cercato per metà del treno per Milano, ma non l’ho ancora trovato, al suo posto ovviamente non c’è.”
Le conversazioni telefoniche stavano avvenendo praticamente in contemporanea dai vari posti.
“Tenente, abbiamo esaminato i filmati della stazione di Bologna, è risalito sul treno per Milano, solo che è meglio che guardi lei stesso.”
Sul viso del Tenente la sorpresa era scolpita come fosse marmo.
“Non ci posso credere, è passato di fianco due volte ai nostri uomini senza essere notato, è salito sul treno subito dopo Diego e nello scomparto a fianco non è stato notato.”
Il Maggiore si era seduto sulla sua sedia e sul volto aveva dipinto un sorriso beffardo.
“Tenente, ormai è fatta ci ha fregato. Ha ridotto i suoi inseguitori al minimo possibile e li ha individuati. Ora è la preda che insegue il predatore. Ha spostato tutte le nostre forze tra Venezia e Malpensa e ora il suo treno arriverà a Milano prima dei i nostri uomini. Ovviamente a Malpensa non ci andrà più e noi possiamo solo sperare nella fortuna per rintracciarlo da qui all’arrivo del treno in stazione, visto che in stazione centrale abbiamo un solo nostro uomo. Che dire, abbiamo sbagliato e ci ha fregato appieno.”
“Maggiore, lei sembra quasi contento nel dire questo.”
“Per certi versi si, in effetti lo abbiamo addestrato noi e dovremmo esserne orgogliosi. Poi ora siamo certi che è lui quello che dirige il gioco e per noi è inutile sprecare gran parte delle nostre risorse al solo scopo di seguirlo. Si rifarà vivo, ma solo quando vorrà lui. Dobbiamo fidarci di lui, è l’unica opzione.”

“Colonnello mi scusi ma l’ho perso in stazione a Bologna, purtroppo per liberarsi degli uomini del Centro ha depistato anche me. Sinceramente ora per me potrebbe essere ovunque.”
Sulla faccia del Colonnello Baldini si poteva notare perfettamente la rabbia che stava reprimendo.