Gli Dei ritornano – Puntata 20

Il mio povero cuore iniziava finalmente a darmi tregua, la casa del ragazzo è in un quartiere ritenuto tranquillo in cui vive la gente non troppo sopra la soglia di povertà .
“Eccoci arrivati ispettore.”
Non pensavo che fossero già intervenuti sul luogo così tanti poliziotti.
Entrato nell’appartamento non potei non notare la pienezza dell’appartamento e il relativo ordine degli oggetti, la moltitudine di libri e anche tanta tecnologia.
“Buona sera ispettore, la informo su quanto stiamo rilevando.”
“Grazie, dica pure.”
“Il ragazzo non era in casa, presumibilmente è fuggito, ha lasciato i documenti e il cellulare. Sul ragazzo non si sa praticamente nulla, non ha mai infranto la legge e per maggiori dettagli ci vorrà ancora qualche ora.”
“Mi scusi e i famigliari dove sono?”
“Sono già stati trasportati in caserma per gli interrogatori, penso che tra poco inizieranno. Abbiamo anche portato via il computer del ragazzo che è stato trovato formattato e quindi verrà analizzato direttamente nei nostri laboratori, ma probabilmente ci vorrà tempo.”
“Bene, la ringrazio per il ragguaglio…”
“Mi scusi, ma non è tutto, abbiamo trovato anche delle mimetiche e armi da softair e katane da esposizione, per il resto al momento non c’è altro da segnalare.”
“Ottimo lavoro, ora voglio vedere la stanza del ragazzo.”
Vedere le stanze private della gente mi ha sempre offerto indizi sulla loro personalità , sulle loro abitudini, sulle loro idee e in questo caso mi sentivo che ci sarebbe stato molto da scoprire.
Con tutta la mia esperienza sentivo che c’era qualcosa sotto, che il ragazzo non era quello che pensavo e che dovevo scoprire di più su di lui, sia per lavoro sia perché questa storia mi stava interessando parecchio.
La sua camera era piena di tutto, decine di libri, videocassette, dvd, fumetti, manuali tecnici su vari argomenti, il tutto ammassato ma con un criterio che solo un occhio esperto poteva notare.
Il ragazzo sembrava disordinato, ma invece aveva un suo ordine molto particolare.
Quella camera sembrava fuori dal tempo, sentivo che racchiudeva tutto il ragazzo, dalla sua infanzia ai giorni nostri.
Aprendo l’armadio potei notare la pochezza del vestiario, sicuramente non gli interessava più di tanto il suo aspetto esteriore.
Una cosa mi colpi particolarmente, un intero scaffale pieno di lego ormai impolverati, presumibilmente non venivano usati da molto tempo, io non li vedevo ormai da anni e non pensavo proprio di trovarne ancora e di tenuti così bene.
I poster sulle pareti erano di film fantascientifici ma dark, anche se un quadro forse stonava, sembrava un’icona di gesù, ma non ci assomigliava molto.
Questo ragazzo mi sembrava appeso fra più mondi, come se non avesse ancora capito chi è realmente, era ancora molto legato al passato, forse aveva paura del futuro o non gli piaceva la sua vita.
“Signore, abbiamo trovato il ragazzo, ha preso un treno diretto a Roma.”
Sarei voluto rimanere lì in quella stanza ancora per un po’, a pensare, riflettere e capire chi era quel ragazzo, ma il mio dovere era di prenderlo e non solo di capire chi era.
“Bene, fate fermare il treno e perquisitelo totalmente finché non trovate il ragazzo, fermate tutti i sospetti senza documento. Devo partire subito per Roma!”