Il Dittatore


Prendetemi per pazzo ma a me la comicità estrema, surreale, grottesca e offensiva di Sacha Baron Cohen è sempre piaciuta, anche perché alla fine è solo pura satira alla realtà che spesso noi stessi non notiamo.
In questo film, perché di vero film si tratta dopo i due insiemi di sketch live del calibro di Borat e Bruno, Sacha Baron Cohen dà a mio avviso il meglio di se con un’interpretazione di questo moderno dittatore assolutamente esilarante e calibrata su di un misto tra Gheddafi, Osama e Saddam che però si allarga anche all’estremo oriente con Pyongyang per poi arrivare anche alle nostre pseudo democrazie.
Ovviamente la storia è un classico, il Dittatore sostituito da un sosia mentre tenta di riprendere il potere viene aiutato e si innamora della sua nemesi, una moderna figlia dei fiori che crede in un’equa globalizzazione.
Nel mezzo tutto un’insieme di momenti comici che a tratti non ti permettono di serrare la mascella, ovviamente se si accettano anche pesanti battute sessuali e gesti volgari (potete immaginarvi quante libertà si sia preso Choen).
Un film ovviamente non per tutti e certamente estremo che però alla fine ha pure la forza di lanciare un piccolo messaggio. Quando tutto sembra pronto per cambiare alla fine cambia ma mai così come si era sperato. Chiaramente riferito al comportamento umano.