Gli Dei ritornano – Puntata 143

“Pronto!”
Ero ancora perso a riflettere sulla serata con Monica quando il suono del cellulare mi interruppe.
“Ciao Marco sono Raffaele. Ho bisogno di te questa sera. Quanto ci metteresti per essere pronto?”
Quella richiesta mi colse impreparato e prima di una mia risposta vi furono lunghi istanti di silenzio.
“Direi che non mi ci vuole molto, ma per fare cosa?”
“Ti spiego poi a voce, Fulvio ti passerà a prendere a breve.”
La comunicazione si interruppe finita quella frase. Non ero preoccupato, la voce di Raffaele sembrava tranquilla, però molto curioso.
Di lì a poco arrivò a prendermi Fulvio, ma nemmeno lui sapeva che stava accadendo. Era una situazione strana per noi visto che solitamente sapevamo sempre se non tutto abbastanza, ma era già successo che Raffaele avesse organizzato incontri in qualche paese sperduto all’ultimo minuto.
Quando arrivammo da Raffaele lui salì in macchina nei posti dietro.
“Fulvio per piacere potresti avviarti verso Milano?”
Non fece in tempo a terminare quella frase che il suo cellulare iniziò ha suonare. Fulvio si era avviato ma in macchina c’era un silenzio di tomba e si poteva capire abbastanza bene la discussione telefonica di Raffaele. Dopo quasi 20 minuti la telefonata si interruppe.
“Scusate ma come avete capito ero al telefono con alcuni amici che sembrano essere riusciti a farmi avere un posto tra il pubblico durante la diretta di Politica dal divano di Sergio Mosca. Questa sera dovrebbe esserci un monologo del presidente del consiglio che proverà di spiegare che le sue nuove leggi sono assolutamente indispensabili al cittadino e non per lui. Parli dell’impunità alle più alte cariche dello stato, il condono fiscale per gli evasori e la legge sulla stampa e internet?”
Mi voltai perplesso verso Fulvio che tentò di fare lo stesso ma stava guidando e rimase concentrato.
Non attesi oltre, estrassi il mio cellulare e chiamai immediatamente il Centro. Mi rispose direttamente il Maggiore nel giro di pochi secondi.
“Immaginavo che tu o Fulvio mi avreste chiamato. Purtroppo non c’è stato tempo di avvisarvi di quanto stava per accadere. Abbiamo dovuto accelerare i nostri piani, sembra che grosse nubi si stiano addensando. Ricordati come si fa ad uscire dai guai. Ora ci affidiamo esclusivamente al buon senso e alla fortuna di Raffaele.”
Non ebbi il tempo di dire nulla visto che la comunicazione si interruppe. Feci un cenno del capo a Fulvio che mi guardava di sfuggita, ma comunque concentrato sulla guida monotona autostradale, con il significato di procedere, poi mi voltai verso Raffaele e dissi: “Se non devi più accordarti con nessuno preferirei spegnessi il cellulare, cosa che faremo anche noi.”
Nel giro di qualche ora eravamo agli studi Rai di Milano da cui andava in onda ogni giovedì sera la trasmissione. Ci presentammo all’ingresso e sembrò proprio che qualcuno ci aspettasse perché c’era una persona che ci aspettava e ci portò in sala nei posti del pubblico, microfonò Raffaele e poi non ci rimase che aspettare l’inizio.
Ormai era chiaro quello che sarebbe successo, ma non riuscivo a stare tranquillo poiché c’erano troppe variabili che facevano di quella una situazione ad alto rischio. Anche Fluvio non era tranquillo e il fatto che non Fossimo tutti e tre vicini, ma sparsi nel pubblico, ci rendeva ancora più nervosi.
Finalmente la serata iniziò e quando Sergio Mosca fece entrare Silvano Bergonzi mi sentii stranamente più tranquillo.
Dopo quasi mezz’ora di monologo assurdo del presidente del consiglio e da poco rientrati da uno stacco pubblicitario Raffaele si alzò in piedi e gridò “Tu sei solo uno che vuole pararsi il culo!”. Nello studio scese il gelo. Su Raffaele si accese subito un occhio di bue e le telecamere presero ad inquadrarlo. La carica di quell’urlo mi aveva messo i brividi e questo doveva essere accaduto anche agli altri che sembravano impietriti. Io che mi ero preparato per darmi lo slancio pensando che nuvole di persone si sarebbero avventate contro Raffaele, mi rimisi seduto visto che non ci fu alcuna reazione. Da quel momento era iniziato lo show di Raffaele che personalmente considero essere stata la sua seconda più bella interpretazione di sempre.

“Da che cosa vuole iniziare a parlarci questa sera signor Presidente?”
“Prima di tutto vorrei parlare di questa magistratura che continua a spendere soldi dei cittadini per attaccare le cariche liberamente e democraticamente elette dello Stato per loro fini politici o della parte politica che rappresentano. Non si può più accettare che siano i giudici a governare ribaltando i risultati delle elezioni…”
Non importa se hai dei processi aperti da anni, per evasione fiscale, falso in bilancio, collusione con mafia e molto di più, vero?
“Cambiando discorso ci spieghi come questo scudo fiscale può sensibilmente migliorare l’Italia per tutti.”
“Sono contento amico Mosca che abbia usato il termine corretto di scudo fiscale, perché della stampa Comunista sta cercando di far passare tutto questo come un inutile e banale condono fiscale. Invece questa è una legge che ci permetterà finalmente di far rientrare i capitali nel nostro paese in modo che possano essere investiti sul nostro territorio…”
Non centra nulla il fatto che hanno trovato conti esteri sospetti e molti fondi neri all’estero siano di denaro sporco.
“L’ho sentita molto astiosa contro la categoria dei giornalisti ma vorrei che parlasse dell’ultima legge su internet e la stampa.”
“Non si preoccupi caro Mosca che con lei non ho assolutamente nulla, svolge il suo lavoro in maniera egregia imparziale, ce ne fossero di più come lei. Questa legge è stata fatta perché non è possibile che la gente, chiunque essa sia, tramite internet si possa permettere di accusare chi governa ed è liberamente eletto con false notizie o informazioni montate ad arte per mettere in cattiva luce dalla propria amministrazione fino al governo. Insomma ci vuole più controllo e un’irrigidimento maggiore anche per quella stampa ufficiale di parte che impunemente serve come braccio armato ai soliti comunisti che non accettano di aver definitivamente perso l’appoggio popolare dopo i lunghi hanni del loro governo…”
Quali lunghi anni! Non hanno mai governato. Ma come si fa a dire certe cose, quella legge bloccherebbe l’attività di milioni di utenti internet che si ritroverebbero ingabbiati in un sistema di controllo pari solo a quello Cinese per rigidezza. Tutto questo per non disperdere il pubblico nei vari media e tenerlo legato alle sue tv private o pubbliche che praticamente controlla totalmente e che rappresentano la totalità di quelle nazionali.
Ora basta! Non ne posso più!
Adesso è venuto il momento di farlo, mi alzo e gli urlo tutto in faccia.
“Tu sei solo uno che vuole pararsi il culo!”