24 di Le Mans

Nemmeno questo è un vero e proprio viaggio fai da me, anzi è stato tutto organizzato dal mio capo che ci ha fatto vivere, a me e ad altri 16 dipendenti, una quattro giorni veramente indimenticabile.
Ora non voglio fare l’adulatore, ma quando uno se lo merita se lo merita e quindi dico che mi reputo fortunato a lavorare per una persona che tratta i suoi dipendenti in una maniera così civile, togliendo spesso il divario fra imprenditore e lavoratore.
Non avrei mai pensato di dirlo di un mio datore di lavoro, ma mi sento quasi io in debito con lui.
Comunque ritorniamo al viaggio in se senza perderci troppo in certi dettagli.
Aereo da Venezia a Parigi Orly e ritorno con ulteriore noleggio di auto per muoversi fino alle stanze, presso un collegio in cui siamo stati ospitati, e il circuito vero e proprio di Le Mans.
Ho visto per la prima volta l’entroterra francese e devo ammettere di essere rimasto molto colpito dalle minuscole borgate di paesi, ancora senza grandi case moderne, e dai grandi campi coltivati che mi hanno fatto rimpiangere molto gli anni in cui la pianura padana non era così cementificata.
La giornata di giovedì 12 è passata praticamente tra il viaggio e la seconda sessione delle prove cronometrate della 24 ore svoltesi dalle 19 alle 24.
Sono rimasto frastornato dalla lunghezza delle giornate che fino quasi alle 23 erano illuminate dal tramonto.
Le prove le abbiamo viste poi tra il bordo pista, il paddock e i box della Epsilon Euskadi, la scuderia che ci ha ospitati.
Il venerdì invece è di festa, pit lane aperta al pubblico, con esposizione dei vari componenti del telaio in alcuni casi anche della meccanica, e per finire grande parata dei piloti per il centro di Le Mans dove siamo stati ospitati presso un ufficio da cui si vedeva benissimo il transito dei piloti sulle macchine d’epoca.
Per concludere la giornata un ottima cena addirittura offerta dal nostro capo, come se già non avesse offerto abbastanza.
Con il sabato inizia la giornata più lunga, infatti se per i piloti tutto dura 24 ore, sappiate che per il pubblico tutto dura almeno 40 ore filate.
Noi per vedere bene la partenza siamo partiti per tempo, ma il forte traffico ha rischiato di far perdere a qualcuno di noi l’inizio della competizione che non è certamente fondamentale ma è pur sempre l’inizio.
Io ho resistito fino alle cinque e mezza del mattino (qualche ora di riposo nella macchina parcheggiata non ho potuto evitarla) guardando la competizione tra la curva Dunlop e l’inizio del lungo rettifilo della pista, il solito paddock e i box della sfortunata Epsilon Euskadi, dove abbiamo potuto assistere alla competizione assieme a piloti del calibro di Johansson e Nakano.
Ho detto sfortunata Epsilon perché purtroppo la giovane scuderia non è riuscita a concludere la gara arenando entrambe le macchine tra le otto e le dieci del mattino.
La domenica poi è volata aspettando la fine della competizione che speravo al cardiopalma, visto che l’Audi era prima ma la Peugeot la stava recuperando ad un ritmo impressionante, ma che poi è finita con una pioggia che ha reso impossibile il recupero.
Al termine della gara ha preso subito il via la nostra “corsa” per arrivare in orario in aeroporto per non perdere l’aereo.
Forse il modo in cui ho scritto non rende bene l’idea dell’emozione che ho provato ad essere stato là e che provo ancora adesso ripensandoci, ma spero che grazie alle foto, che nei prossimi giorni caricherò su Flickr, vi possiate meglio rendere conto di che bella esperienza abbia vissuto.
Veramente indimenticabile.