Barcellona – Giorno 4

In questa giornata avevo deciso di visitare tutta la zona da plaà§a de Espanya al Montjuic.
Usciti dalla fermata della metropolitana non si possono non notare immediatamente due copie in scala ridotta del campanile di san Marco a Venezia, ma il vero colpo d’occhio lo fa sicuramente il palau Nacional de Montjuic che si trova al termine di una scalinata e di un viale pieno di fontane.
Prima di salire verso il palau Nacional ho deciso di fare una capatina al CaixaForum, il museo gratuito della Caixa che esponeva due mostre fotografiche che potevano essere interessanti.
Il museo era desolatamente vuoto, anche se gratuito, ma le esposizioni fotografiche sono risultate interessanti da vedere.
Salendo verso il palau Nacional non si può non notare la grande font magica del 1929, una fontana che può generare incredibili giochi d’acqua.
Purtroppo ho perso quasi 20 minuti cercando di trovare gli orari esatti degli spettacoli, che si sono poi rivelati essere posizionati in un piccolo cartellone alla base della fontana stessa, praticamente invisibile.
Ero molto interessato dal vedere l’estadi Olimpic e l’anella Olimpica, ricordandomi di quando vidi per la prima volta le olimpiadi in tv ed erano proprio quelle di barcellona ’92, quindi ho deciso di saltare il museo del palau Nacional e il Poble Espanyol e dirigermi subito alla meta dei miei ricordi.
Purtroppo, come spesso accade a volte è meglio tenersi stretti i ricordi e non andare a vedere come è realmente un posto.
Salendo dal gran verde attorno al palau Nacional, mi sono ritrovato in una desertica distesa di mattoncini con pochi alberi dentro a vasi, il peggio è che oltre all’incredibile insolazzione che ho rischiato di prendermi, tutta l’anella Olimpica era circondata da una recinzione degna della peggiore fabbrica metalmeccanica.
Oltre a questo purtroppo l’estadi Olimpic era in manutenzione, quindi chiuso al pubblico.
Tutti i pochi turisti che incrociavo mi guardavano con sguardo perso domandandosi, probabilmente come me, dove diavolo fossero finiti.
Molto interessante, seppure per appassionati, è il museo olimpico poco distante dallo stadio ma assolutamente invisibile, poiché l’ingresso risulta molto simile a quello di un bunker in una montagna.
Affrettando un po’ il passo, perché ormai erano le 13 superate e la fame iniziava a farsi sentire, ho deciso di andare a piedi fino al Jardins del Mirador da dove ho potuto fare discrete foto panoramiche di barcellona e del mare, se ogni tanto la foschia sparisse…
Per trovare un posto decente dove mangiare sono dovuto scendere dal Montjuic sfruttando la funicular che porta al paral-lel.
Nei dintorni della piccolissima ma caratteristica chiesetta di sant Pau, ho trovato un piccolo locale dove mangiare qualcosa.
Finito di pranzare, ho seguito a piedi un altro itinerario presente nella mia guida che mi ha portato nuovamente lungo la Rambla, dalla parte di El Raval e più precisamente nel fantastico Mercat de la Boqueria, che non avevo mai notato prima passeggiando lungo Rambla.
A mia parziale discolpa c’è sicuramente il fatto che l’entrata dalla rambla risulta poco visibile, ma questo non può che farmi riflettere sulla mia disattenzione, che mi ha portato a perdermi numerose cibarie locali.
Come ultima tappa della giornata mi sono diretto alla plaà§a de Toros per vedere di persona un’arena dei tori.
A Barcellona diversamente che in altre località spagnole si svolgono corride solo la domenica e senza uccidere il Toro, non so se questo possa essere veramente un bene per il toro o meno.
Per la serata avevo pensato di andare a vedere lo spettacolo della Font Magica che iniziava alle 21 e finiva alle 2330, quindi prima ho deciso di mangiare qualcosa e la mia scelta è caduta sul pollo commerciale di KFC.
Devo dire che non avendolo mai mangiato, non l’ho trovato per nulla male e soprattutto piccante al punto giusto.
Lo spettacolo che si è poi svolto alla Font Magica è assolutamente indescrivibile a parole, quindi guardatevi queste poche immagini che ho caricato e provate ad immaginare, sappiate solo che mi ha tenuto lì a guardare per molto tempo e il gioco di luci, suoni e acqua è stato assolutamente coinvolgente e pure diuretico.