Anziana uccisa a bastonate

Io non ne volevo parlare di questo, ma purtroppo l’anziana signora è morta oggi quindi credo sia il caso di dire cosa sto cercando di far sbollire.
Una rabbia dettata da una disperazione nel sentirsi impotente davanti ad una situazione che è davanti agli occhi di tutti ma che non si vuole o riesce a stemperare.

Facendo un passo indietro, nella frazione di Renazzo del mio comune di Cento, il 6 novembre 2 donne sono state massacrate da due delinquenti che hanno poi rubato nella loro casa. Sono stati fermati quasi subito dalle forze dell’ordine e hanno confessato accusandosi a vicenda. Oggi l’anziana donna di 84 anni, Cloe Govoni, ci ha lasciato. Fortunatamente la nuora, Maria Humeiuc, è ora fuori pericolo.

Io sono incredulo e allibito da quanta poca importanza si dia alla vita umana, al rispetto, all’onestà e in questo mondo che è sempre più permeato da un senso di menefreghismo e alla relativa perdita di valori sociali.
Io provo rabbia per questo evento perché NO NO NO Non si può uccidere un persona, e non lo si può fare così, a bastonate e per pochi euro. Una persona che si stava godendo la sua vecchiaia con il figlio e la nuora. Una persona non può morire così! Io sto male solo al pensiero di quanto dolore inutile e gratuito quella povera donna può aver provato in quel momento senza capire nemmeno perché le stava accadendo tutto quello. Un pensiero che mi stringe lo stomaco.
Questa mia rabbia è forte e rivolta ad una società che sembra fermarsi per un attimo, sbraitare un po’ e poi continuare per la propria strada come se nulla l’avesse realtà toccata nel profondo. Un lento declino che sta avanzando ed è procurato da noi stessi interiormente sempre più aridi.

Guai poi al primo che addita lo straniero come il nemico attribuendogli la colpa di tutto. Faccio notare che si i due delinquenti sono Rumeni, ma lo è pure la nuora pestata a sangue dai due.
Qui non si parla di scontro di razze, ma di scontro di cultura, la cultura del rispetto, comprensione adattamento, condivisione e accettazione, contrapposta ed una cultura più becera, vuota, isolazionista e disumanizzante che guarda al prossimo come ad una risorsa fine alla propria sopravvivenza.
Ecco perché mi fa ancora più rabbia sentire chi vorrebbe l’esercito e il pugno duro contro intere popolazioni. Queste persone forse non hanno capito quale sia veramente il problema o lo fanno forse per il proprio interesse politico. Ecco perché quando mi hanno fatto vedere un tratto di quinta colonna che intervistava sindaco del pd, ex vicesindaco della lega e alcuni cittadini del mio comune mi sono cadute le braccia. Non è con la violenza, non è scaricando il barile su altri, non è chiudendosi dentro che si risolve il problema. Allo stesso modo non lo si risolve con l’accettazione incondizionata.
Lo si risolve rimboccandosi le maniche, lavorando sulla società partendo da scuola, famiglia e appunto cultura. Una cultura comunitaria con certezza della pena, leggi chiare e fondi per la sicurezza attiva (quindi basta videocamere che non disincentivano proprio).

Detto questo io non sono certo un luminare, ho solo una mia opinione e vorrei che si discutesse tra tutte le “fazioni” o “ultrà” in cui si sta dividendo la popolazione, per poter trovare una via condivisa e condivisibile escludendo “terapie” che la storia ha già dimostrato essere fallimentari.
Se non ci arrabbiamo seriamente e partecipiamo, pretendendo un dialogo e confronto con l’amministrazione, allora forse dovremmo tutti smetterla di fare chiacchiere da bar sui social network e aspettare che tutto questo continui sulla strada che sta seguendo.

Vi lascio con questo video di Breaking Italy che affronta il nostro caso centese e che potrebbe offrire spunti di discussione.