L’Italia che crolla

Un pezzo alla volta sento che l’Italia sta rovinosamente crollando.
Anni fa si era partiti con un semplice residuo di polveri, le prime crepe, poi qualche sassolino, ora interi muri della nostra società stanno crollando sotto un effetto domino sempre più accelerato e a cui sembra che nessun politico voglia porre un reale freno.
Quando ho appreso dai telegiornali che era crollata la Schola Armaturarum di Pompei questa decadenza italica mi si è fatta più chiara davanti a me.
L’Italia è il paese con il più grande patrimonio dell’Unesco e potrebbe tranquillamente ergersi a museo di varie culture e civiltà.
Potremmo quindi sfruttare, valorizzando, la nostra più grande risorsa naturale per migliorare la nostra stessa vita e poterci rilanciare, economicamente, in tantissimi altri campi, come la ricerca, l’istruzione, la tecnologia e la cultura.
Tutto questo perché la nostra società, quella umana, è basata sulla cultura ed è quindi quello in nodo focale su cui concentrarsi per guardare al futuro nostro e delle giovani generazioni.
Invece lasciamo che tutte queste risorse ci vengano portate via dalla nostra stessa ignoranza.
Sono deluso e affranto per come sta andando l’Italia, per come gli italiani la vedono e per come la trattano.
Io penso sempre che l’Italia sia un bel posto, forse il più bello del mondo, ma voglio poterlo dire forte, non sommessamente tra me e me, mi piacerebbe che tutti assieme rendessimo finalmente onore a noi stessi e a questo paese.