Gli Dei ritornano – Puntata 86

NO!
Una risposta secca, bruciante e praticamente ovvia.
L’essere umano non è in grado di volare.
La sensazione però era rilassante, l’aria che ti sfiorava e la quasi sensazione di mancanza di peso che rende sempre un po’ più distesi.
I miei occhi però vedevano avvicinarsi il terreno sempre più.
Rendendomi conto di questo piccolo particolare sentii il sangue raggelarsi istantaneamente nelle vene.
Quel tempo che fino a pochi istanti prima sembrava scorrere eternamente cambiò decisamente marcia e prese a correre a velocità incredibili.
Sinceramente non so dirvi per filo e per segno quello che accadde esattamente, flash di immagini di cielo intervallati da lampi di buio e dalla terra, sensazioni di contatto tra parti del mio corpo, le rocce, e la vegetazione.
Quando il tempo riprese a scorrere normalmente al termine della caduta potevo sentire distintamente le voci dei ragazzi che mi chiamavano quasi disperati.
Prima di rispondere, ancora intontito, mi misi seduto e mi guardai per vedere se c’ero ancora tutto o mancava qualcosa.
C’ero ancora tutto, qualche graffio, contusione, la spalla e il polso destro doloranti assieme alla fitta alla schiena che si stava facendo sentire come non mai.
La testa incredibilmente sembrava non aver nemmeno colpito nulla.
Voltai lo sguardo per rispondere ai richiami dei ragazzi e guardando dove ero finito mi ritenni un essere veramente fortunato.
Ero finito nel mezzo della vegetazione sottostante a circa 60 metri da dove ero partito, vedevo a fatica i ragazzi.
“SON QUI! SEMBRO TUTTO INTERO, NON PREOCCUPATEVI!”
La voce mi era uscita abbastanza sicura e tranquilla, cosa che sinceramente non mi aspettavo vista tutta l’adrenalina e lo stess che dovevo avere in corpo.
“GRANDE! ASPETTACI CHE TI VENIAMO A DARE UNA MANO!”
“OK FULVIO!”
E chi si voleva muovere, ero distrutto e affaticato come non mai.

Non ci posso credere!
In questi ultimi periodi sembra proprio che nemmeno un giorno debba passare senza un grattacapo da risolvere.
A volte vorrei aver scelto diversamente ma poi non sarei io, quindi…
“Alla buon’ora Tenente, io e il dottore la stavamo aspettando da un po’.”
“Mi scusi per il ritardo ma ho provato a rintracciare i ragazzi che erano fuori sul gran sasso. Ho mandato il sergente Terzi.”
Anche questa! Ora però non è certo la nostra priorità.
“Va bene, ci penseremo dopo. Dottore, che cosa ci può dire di certo?”
“Si è trattato sicuramente di una bomba sonica fatta scoppiare a circa 13km di distanza da noi ad una altezza di circa 8mila metri.”
“Una bomba sonica, dottore?”
“Si tenente, ne avevamo parlato qualche anno fa e si tratta di uno studio che stiamo sviluppando. Si tratta di una bomba che in realtà non esplode, ma implode generando una forte onda d’urto ad una sola frequenza mentre già la onda a f/2 è trascurabile. Se la si costruisce per una frequenza di risonanza di materiali potrebbe creare vere e proprie catastrofi.”
“Grazie per la spiegazione.”
“Si figuri Tenente. Quello che non so spiegarmi è perché in questo caso sia stata usata per sondarci e non per distruggerci. Bastava solo che detonasse un più vicino a noi e avremmo rischiato molto di più. Forse l’isolamento della stessa struttura per settimane.”
“Riteniamoci fortunati Dottore e cerchiamo soluzioni. Ci sono altre informazioni a riguardo?”
“No maggiore, nulla di nulla, nessun tracciato radar di arrivo. Praticamente l’abbiamo notata solo quando è detonata.”
“Ci sono indizi su chi potrebbe essere stato, dottore?”
“No Tenente, potrebbe essere chiunque all’interno dell’accordo ombra o dei 12, ma proprio non riesco a capire come abbiano potuto sviluppare una tecnologia tale in totale riservatezza e in così poco tempo.”
“Dobbiamo cercare di…”
“Una chiamata urgente Per il Tenente Corvini dal Sergente Terzi.”
Come odio quella voce metallica e atonale di stratego, soprattutto quando mi interrompe.
“Risponda pure in viva voce tenente.”
“Stratego. Connessione. Mi dica pure Sergente.”
“Abbiamo trovato i ragazzi. Sembra che per salvare Luca, Marco sia caduto già per una scarpata.”
Posso sentire il nervoso che mi attraversa.
“PORCA MISERIA!”
“Maggiore, si calmi, ordine del medico.”
“Mi dovrei calmare? Quel ragazzo ha una sfiga addosso che anche portandolo un mese a Lourdes non servirebbe.”