Gli eroi

Sono rimasto a dir poco allibito l’altra sera quando al TG1 di Gianni Riotta, è stato esaminato il sondaggio sugli eroi per gli Italiani.
Non so francamente se sia stata colpa della televisione che ha distorto fatti e persone in questi ultimi anni, però sono emblematiche certe risposte nelle più alte posizioni della classifica.
Primo fra tutti Silvio Berlusconi.
Ma come si fa a dire che è un’eroe.
Cosa ha fatto per meritarsi tale distintivo, il sacrificio, gli ideali dove stanno.
Insomma qui non stiamo parlando di eroi della festa o della serata, qui stiamo parlando di sacrificio, generosità , umanità .
Forse è meglio che gli Italiani inizino a riguardarsi la definizione di eroe e tutte le sfumature che esso può assumere e applicarle al contesto in maniera appropriata.
Sia chiaro, io non ho nulla contro Silvio Berlusconi anzi lo ammiro per la sua grandissima capacità imprenditoriale, però definirlo addirittura eroe è veramente eccessivo.
Per me è più eroe il ragazzo di Torino con la sindrome di Down picchiato dai propri compagni d’istituto.
Lui vive in un mondo che oggigiorno non ha più rispetto per chi è diverso e consacra anzi il cosiddetto bullismo, infatti ritengo troppo mite la pena inflitta a quei giovani picchiatori di Torino, la sospensione fino a fine anno è nulla, perderanno solo un’anno scolastico, non gli fregherà più di tanto e nel tempo che rimane fino al nuovo anno scolastico, che faranno ?
Io personalmente proporrei lavori socialmente utili alla comunità senza essere pagati, per 6 o 8 mesi 8 ore al giorno su turni in tutta la settimana.
Così forse si renderanno conto delle altre persone che vivono in questo mondo.
Ecco perché ritengo i media colpevoli di questo abbassamento culturale che porta anche a vedere in persone come Berlusconi degli eroi (ricordo che è pluri indagato e condannato).
La famiglia e la scuola non è che si salvino, anzi sono pessimi, non riescono a contrastare questi media che ormai si sono conquistati il diritto di educazione sui nostri figli.
Io mi immagino questo mondo tra 20 anni, lì tutti saranno eroi ed è emblematica la frase conclusiva di questo articolo della stampa (tralasciamo la frase ignorante “come quando a da ragazzi ci tuffavamo nei romanzi russi, o credevamo che un’idea avrebbe cambiato le prospettive al mondo”) che ricorda come “Un Paese con tanti eroi è, in fondo, uno che non ne ha nessuno”.