Giocare da grandi


Dopo sicuramente più di due anni di stop sono tornato a fare una partita a SoftAir, per chi non lo sapesse si tratta di un combattimento simulato con armi giocattolo che sparano innocui pallini di plastica.
Iniziai a giocarci a 16 anni con alcuni miei amici perché ci piacevano le tattiche militari e poi perché a quell’età per un ragazzo è “figo” fare il militare giocando alla guerra.
Con il passare del tempo e forse proprio grazie a quel gioco, però ho capito invece quanto debba essere tremendo fare la guerra, quella vera, e come si faccia in fretta a morire o a perdere arti. Un attimo di distrazione e bum, colpito e sei fuori. Ovvio che non si sia addestrati come veri militari, però fa riflettere eccome su come basti poco per rimanerci.
Il SoftAir sembra un gioco solo per fanatici militari, e ci sono anche quelli, ma per la maggior parte sono invece persone come tante a cui piace mettersi alla prova sia fisicamente che mentalmente, richiede un grande sforzo mentale oltre che fisico per anticipare il nemico.
Ovviamente non è un gioco che consiglio a chiunque, ma da provare almeno una volta si.
Tutto questo però cosa l’ho scritto a fare?
Intanto per dire semplicemente che sto invecchiando poiché ho fatto una fatica incredibile, altro che stare davanti ad un mero pc tutto il dì.
Poi per sottolineare la necessità di evitare le guerre e di richiamare i nostri soldati dalle tante “missioni di pace” a cui l’Italia partecipa. Altro che mandare anche l’aviazione oltre l’esercito come ha proposto La Russa oggi sfruttando la povera morte di altri 4 alpini in Afghanistan.