Ghost Dog

Questo film di Jim Jarmusch mi è stato consigliato da un lettore di questo blog ormai eoni fa, ma solo in questi giorni sono riuscito a recuperarlo grazie a Studio Universal che lo ha trasmesso per ben due volte ad orari alquanto improbabili.
Spesso penso che non sia tu a decidere che film guardare o che libro leggere, ma che sia il libro o il film a scegliere quando è il momento giusto per essere visto da te.
Il codice del Samurai, traduzione che trovo quantomeno impropria infatti si tratta di strada o via del Samurai, credo ricada proprio in questa categoria di film che ha aspettato per essere visto da me.
Il film è semplice e si para solo quando c’è proprio la necessità, il protagonista sebbene in video fin dalla prima scena parla solo dopo quasi venti minuti di film.
Il succo è semplice, una banda mafiosa di italoamericani ormai anziani che fanno pure fatica a pagare l’affitto del loro locale, praticamente una razza in decadenza, che affidano un “contratto” a Ghost Dog.
Ghost Dog è un neroamericano che è stata salvato da ragazzo da uno di questi mafiosi e per sdebitarsi è diventato il suo servo, infatti Ghost Dog segue l’Hagukure come filosofia di vita.
Da qui poi si dipana la storia che richiama costantemente citazioni dall’Hagukure per far comprendere meglio il comportamento e la filosofia di vita del protagonista.
Veramente delle perle le visioni di cartoni animati all’interno della trama e soprattutto l’amicizia tra Ghost Dog e il gelataio, i due non si capiscono per differenze linguistiche, ma sono comunque legati da un qualcosa di unico che può essere sintetizzato solo come una grande amicizia.
Interessante poi il viaggio del libro Rashomon (ora voglio vederne il film di Kurosawa) all’interno del film che parte e arriva come se fosse quello il vero filo logico che lega la storia.
Il finale poi è unico e favoloso, di un’intensità veramente formidabile.
Un film sospeso nel tempo.