Gli Dei ritornano – Puntata 138

Il maggiore mi guardò fisso negli occhi mentre si lasciava andare indietro appoggiandosi allo schienale della sua sedia.
“Grazie.”
“Aspetti a dirmi grazie, i termini dell’accordo sono ancora tutti da discutere e il primo è che io posso decidere se accettare la missione o meno.”
La discussione dell’accordo proseguì per un’oretta buona in maniera tranquilla.
Ormai era arrivata l’ora di pranzo e andai verso la mensa dove mi fermai al tavolo del sergente Terzi che mangiava tutto solo, non che in sala vi fossero molte altre persone a dire il vero. Solo qualche mese prima quella sala a quell’ora pullulava di gente e mormorii invece ora solo qualche gruppo sparso di 2 o 3 persone che mangiavano, si guardavano e quasi non si parlavano.
“Probabilmente non mi potrà dire nulla, ma che sta succedendo qui?”
Il sergente mi guardò con una faccia comprensiva e un po’ demoralizzata.
“Invece posso dirtelo tranquillamente. Non so assolutamente nulla se non voci. Da quando te ne sei andato quel processo di declino in cui il Centro stava da qualche anno, ha subito una brusca accelerazione. Non ci sono più fondi, il governo italiano non gradisce più la nostra presenza sul suo territorio sebbene non possa sbatterci fuori per accordi internazionali. Molti ricercatori, professori e tecnici sono stati svincolati da legami con il Centro e nel giro di poco sono spariti.”
“Come sono spariti?!”
“Alcuni dicono siano al sicuro altri che siano stati presi da… Ma sono solo voci.”
Nella pausa nello sguardo del sergente si poteva scorgere un misto di rabbia ed impotenza oltre che di disgusto. Sicuramente stava pensando a Baldini.
“Ma anche Sgarzi?”
“Si anche lui. Risulta irrintracciabile da poco più di due settimane.”
Comprendendo il mio stupore e la necessità di capire meglio la situazione il sergente proseguì il suo resoconto.
“Tutti i ragazzi poi sono già stati resi operativi e assegnati a qualche incarico, ma non so quale, se ne occupa il tenente, ora io sono responsabile della sicurezza dell’area superficiale del Centro. Praticamente tutti gli edifici esterni alla montagna. Se solo ci fosse realmente qualcosa da proteggere qui fuori…”
Si fermò un attimo di parlare, con quell’aria di chi sta avventurando nei meandri più profondi di se stesso.
“…Vedi Marco, io sono stato addestrato e ho anni di esperienza sulle spalle, più del tenente, e ne ho viste di cose… Però ero attivo, vigile partecipe, perché c’era sempre un qualcosa da provare, tentare, rischiare. Ora invece sembriamo solo in attesa dell’inevitabile. Dicono che anche il Generale non si faccia quasi più sentire e credo che il Maggiore sia ormai alle corde come possibilità.”
Era chiaro che in quel rapido declino vi fosse lo zampino di qualcuno, però in quel momento le possibilità erano troppo elevate e i dettagli scarsi per riuscire a comporre il quadro esatto della situazione.
I ragazzi erano da qualche parte a me ignota, eccetto quelli con cui avevo contatti, e la cosa mi preoccupava.
Con quel discorso avevo demoralizzato ulteriormente il Sergente e mi dispiaceva moltissimo per lui, non c’era necessità in quel momento. Provai a cambiare discorso.
“E Dig come sta? Non l’ho ancora visto.”
Fortunatamente ci avevo preso e il Sergente si illuminò in volto.
“Come non lo hai ancora visto. Vieni con me che ti porto subito da lui.”
Non avevo ancora del tutto finito di mangiare ma con quei discorsi mi si era chiuso lo stomaco, così lasciai lì gli avanzi e seguii il Sergente.
Arrivammo in una parte del giardino esterno che ora non era più ben curato come una volta, si iniziava a vedere la poca attenzione e forza del Centro.
Dopo qualche minuto Dig uscì da un cespuglio e si fermò a circa un metro da noi, mi fissava e non avanzava anche se il sergente lo aveva chiamato.
Continuava a fissarmi con uno sguardo dubbioso e quando provai ad avvicinarmi per accarezzarlo sembrò arretrare e lievemente a disagio.
“Non capisco Marco, forse non ti riconosce più.”
In quel momento mi resi conto che mi mancava qualcosa, qualcosa che prima avevo e che ora non mi sentivo più dentro.
“No mi ha riconosciuto perfettamente solo che è cambiato qualcosa in me. Devo andare subito dal dottore.”