Gli Dei ritornano – Puntata 137

Il dottor Gervasi intanto si era seduto su di una sedia con lo sguardo fisso per terra.
“Solo ipotesi maggiore, ma credo di si. Credo poi che alcune risposte potrebbero venire dalla Fondazione Murdock.”
“E che sarebbe la Fondazione Murdock?”
“Tenente, io ne ho solo sentito parlare anni fa ma non ricordo nulla se non che il Colonnello ne fosse stato a capo per un po’.”
“Io ne so come il maggiore e credo che l’unico che possa darci una risposta sia il dottor Gervasi.”
Nel dire quello mi voltai verso il dottore ancora con lo sguardo fisso al pavimento.
“Ho eseguito io stesso l’autopsia su mio fratello maggiore e non ho trovato nulla che facesse pensare a cause diverse da quelle naturali.”
“Dottore le mie sono solo supposizioni.”
“Si ma prendono consistenza pensando a quello che poi è successo e a quel poco che so della Fondazione.”
“Ci dica quello che sa dottore.”
La voce del maggiore fu così inflessibile ed energica che costrinse il dottore ad alzare la testa come richiamato dalla profondità dei suoi pensieri.
“Io… Io all’epoca mi ero laureato da poco ed ero entrato nel Centro anche grazie a mio fratello, oltre che agli ottimi risultati conseguiti fino a quel momento. Io non partecipai a quel progetto e non so molto, solo che mio fratello chiuse la fondazione dopo poco che ne aveva assunto la direzione. Negli ambienti di ricerca del Centro dell’epoca si diceva che il dottor von Bauer sviluppasse degli enzimi e composti sintetici alternativi a quelli naturali che usiamo da sempre e che non riusciamo a stabilizzare. Si diceva anche che facesse i suoi esperimenti su bambini orfani che non rientravano nei papabili del Centro. Dopo la chiusura di quella Fondazione si vide von Bauer ancora per un po’ di tempo e poi non ne ho sentito più nulla. Ormai sarà morto.”
Non avevo mai visto la faccia del maggiore così costernata nel sentire quelle parole pronunciate dal dottore.
“Filippo, perché non hai mai detto nulla di tutto questo?”
Lo sguardo del dottor Gervasi era lucido e si capiva perfettamente che stava crollando psicologicamente.
“Non… ci avevo mai pensato, erano… voci che giravano tra noi ricercatori all’epoca. Sono passati più di vent’anni ormai.”
“Hai ragione Filippo, scusa. Pensare col senno di poi… Tenente…”
Nel chiamare il tenente il maggiore aveva fatto un rapido gesto con gli occhi che il tenente aveva subito compreso. Si avvicinò al dottore, lo fece alzare in maniera che poteva essere intesa come affettuosa per lui ed entrambi uscirono dalla porta lasciando da soli me e il maggiore.
“Non so cosa dirti a questo punto. Dovrò parlare con il Generale per vedere come muoversi e cercare di capire. Se vuoi vai pure, non penso di aver nulla per trattenerti qui, probabilmente ti abbiamo veramente fatto un torto. Ti chiedo solo di farti vedere dal dottore, quando si sarà ripreso, era venuto qui proprio perché pesava di aver trovato qualcosa che potesse aiutarti.”
Per un breve istante, mi sentii lucido come non lo ero da settimane. Non so da cosa fosse derivato, ma quell’ebrezza assieme ad un impulso lontano mi fece dire una cosa che anche solo prima di arrivare nel Centro non avrei mai pensato.
“Accetto!”
Il maggiore mi guardò interdetto.
“Non penso che ci sia nulla da accettare, puoi fare quello che vuoi.”
“No, accetto di svolgere delle missioni per l’Organizzazione.”