Fondazione

Terzo libro del ciclo della fondazione di Asimov dopo Preludio alla fondazione e Fondazione anno zero, ma primo in ordine di pubblicazione.
Con quasi sessant’anni sulle spalle risulta molto datato dal punto di vista della terminologia fantascienza. Quello che più salta all’occhio è l’incredibile fiducia che all’epoca c’era nell’energia atomica che si pensava potesse adattarsi a tutti gli usi più comuni e impensati.
La differenza temporale tra le opere crea anche nel lettore, almeno in me è stato così, un momento di iniziale incertezza poiché risulta strano a leggersi. Questo però lo rende un capolavoro fantascientifico per l’epoca poiché ancora oggi riesce ad essere comunque all’avanguardia come contenuti.
Il romanzo è diviso in diversi sottoracconti che narrano le vicende della Fondazione il cui scopo è quello di fare uscire il prima possibile la galassia dai tempi bui che la imperversano.
I temi focali svoltisi nell’arco dei 150 anni della storia, sono dei sempreverdi come religione, commercio ed egocentrismo umano sapientemente narrati da intrecci logici che mettono in evidenza quanto spesso sia più utile il ragionamento rispetto alla spada.
Una pecca, a differenza dei precedenti romanzi della serie qui ci si immedesima molto meno con i protagonisti delle vicende e il tutto rende la storia molto più “volatile”.
Ovviamente la base di tutto è l’ideale di non violenza che spinge il miglioramento galattico.