Gli Dei ritornano – Puntata 58

Ormai era fatta!
In quella notte senza luna, a poche settimane dalla fine del primo quarto della mia preparazione, mi trovavo lì a due passi dalla libertà , ancora nel mio angolo sicuro in attesa del momento propizio.
In realtà un momento valeva l’altro, avevo programmato tutto e tutto stava andando perfettamente, dovevo solo decidermi a fare l’ultimo sforzo e sarei uscito dal centro.
Però ero ancora lì, fermo a pochi passi dalla meta a pensare e con una sensazione di disagio che cresceva dentro di me.
Ormai ero lì in attesa da minuti lunghi come l’eternità e qualcosa mi stava trattenendo.
Poi come un tuono a ciel sereno una serie di pensieri e di immagini invasero la mia mente come un fiume in piena.
Il pensiero mi fece raggelare il sangue nelle vene.
Si trattava ovviamente di uno di quei pensieri che ti tormentano e vengono fuori, se sei fortunato, solo qualche istante prima che le cose accadano.
Quella mia sensazione che mi stava bloccando a pochi passi dalla libertà si era finalmente rivelata in tutta la sua luce e semplicità .
Una sola domanda si fece largo nella mia testa e subito mi presi per idiota.
Come si fa a tenere sotto controllo e calma una persona che vuole scappare?
Ovvio, fornendole la speranza di avere una possibilità di fuga.
Come avevo fatto ad essere così cieco e a non rendermene conto prima.
Tutto quello che avevo pianificato per la fuga non era farina del mio sacco, erano discussioni fatte con professori e con il Tenente o con il Maggiore.
Ovviamente avevano solo buttato lì qualche piccola esca tra un discorso e l’altro, facendole passare per leggerezze o dimenticanze, così da farmi sperare e contemporaneamente tenendomi la mente occupata e lontana da altri tentativi di insubordinazione.
Dire che ero arrabbiato con me stesso era poco, anzi pochissimo, ma ora sapevo che non avrei avuto possibilità di fuga, e che probabilmente mi stavano già aspettando al varco in pieno territorio “libero”.
Così decisi di giocare con loro e poi avevo proprio voglia di curiosare bene in ambienti che mi erano stati vietati.
Adesso avevo dei nuovi obbiettivi, il sabotaggio e la raccolta di informazioni.
Alla fuga avrei poi pensato in seguito, in un momento in cui avrebbero finalmente distolto l’attenzione da me.

“Ancora nulla, mi spiace Tenente, ma il ragazzo sembra tranquillo.”
“Continuate a sorvegliare, a breve si farà vivo, non ha più molto tempo per agire.”
Che diamine stava succedendo, perché non agiva?
Da tutti i nostri esami e test psicologici era ovvio che stesse tentando la fuga e ora l’aveva lì, in modo complesso e senza sospetti, perché non la sfruttava.
Che abbia capito e si sia arreso così facilmente?
No, non è in lui, non si sarebbe mai dato per vinto.
Che stia cercando un altro varco per fuggire?
Impossibile, gli altri sono anche meglio protetti.
Che sta pensando?
“Tenente! Un accesso non autorizzato all’ascensore della struttura!”
“Cosa? Presto, svegliate il Maggiore! Attivare l’allarme silenzioso”
Che abbia deciso di giocare?
Interessante…