Gli Dei ritornano – Puntata 41

Mi sentivo parecchio intontito dopo quel brusco risveglio, ma il problema è che non mi ricordavo assolutamente nulla, come se il mio cervello fosse stato spento e riacceso da quando mi avevano preso.
In quel momento avevo solo una strana sensazione di angoscia dovuta al vago ricordo di essere rinchiuso in uno stanzino buio, ma per il resto nulla.
“Finalmente ti sei svegliato, come ti senti?”
“Direi bene, anche se un po’ intontito.”
Il dottore si stava avvicinando per controllare meglio come stavo, mentre l’altro uomo mi sembrava di averlo già visto.
“Scusi, ma noi ci conosciamo già ?”
“Si, ci siamo visti sul treno per Roma, mi conosci come Gabriele.”
Come on flash tutti quel breve lasso di tempo mi ritornò alla mente e le domande iniziarono a farsi largo nella mia mente uscendomi senza ordine logico.
“Siete stati voi a catturarmi? Dove sono? Che è successo? Sono in arresto? Ho ucciso veramente quelle persone? I miei amici e genitori…”
“Dottore, Massimo ha ancora bisogno di riposo oppure possiamo parlare?”
Il dottore stava controllando degli strumenti e mi controllava il corpo, quando mi prese le mani, una strana sensazione di scottatura mi pervase, ma era come una riminiscenza onirica visto che le mie mani non presentavano nessuna bruciatura.
“Per me maggiore non ci sono assolutamente problemi, il ragazzo è a posto, solo non lo faccia stancare troppo, deve riprendersi dalla lunga inattività . Ora mi sa che è meglio visto che avrete molto di cui parlare.”
“Grazie dottore, vada pure.”
“Arrivederci.”
Non so perché, ma in quel momento mi uscì dalla bocca così naturale.
“Massimo, forse è il caso che mi presenti bene questa volta. Mi chiamo Gabriele Testoni e ora ci troviamo nel Centro…”
Iniziai a sentire una discreta pressione alla vescica proprio in quel momento, come se fosse da tempo immemore che non andavo in bagno, così mi mi si seduto sul letto prima di alzarmi per andare nel bagno.
“Mi scusi, ma dovrei andare in bagno.”
Non so perché, ma Gabriele mi stava spiegando quello che mi era successo eppure io non riuscivo a pensare ad altro che andare al bagno, era come se alla fine non mi importasse più di tanto di quello che mi stava dicendo.
“Forse è meglio che aspetti un secondo…”
“La mia vescica non può certo aspettare ancora a lungo.”
Dicendo quella frase mi alzai e fui assalito da strani dolori, uno più diffuso a tutta la muscolatura, come se non fosse stata usata per molto tempo, e poi una fitta di alcuni millisecondi mi prese nei lombari.
“Forse sarebbe meglio che tu aspettassi qualche secondo, devo spiegarti…”
Praticamente non lo ascoltai nemmeno, entrai nel bagno lì a fianco e svuotai tutta la mia vescica.
Mi sentivo la faccia solleticare, come se in alcuni punti fosse un po’ addormentata, quindi aprii il rubinetto del lavandino e mi sciacquai un po’ il viso.
Nel tirarmi su mi guardai un po’ nello specchio e notai che avevo la barba da tagliarmi.
“Mi scusi, c’è un rasoio che ho la barba da tagliare?”
Dopo quella frase arrivò sulla porta del bagno pure Gabriele, come una faccia che dire scioccata sembrava poco, due occhi sgranati e la bocca aperta.
“Ma… non hai notato che la tua Faccia non è più la stessa?”
“Come non è più la stessa?”
Mi voltai nuovamente verso lo specchio, ma quello che vidi era la faccia che avevo sempre visto, nulla di diverso da come la ricordavo.
“Ma non è possibile, era completamente diversa…”
Dicendo quella frase corse nella camera e pochi istanti dopo ritornò con una foto in mano.
“Questa è la tua faccia prima dell’intervento a cui ti abbiamo sottoposto.”
Guardai la foto, mi riguardai allo specchio, poi nuovamente la foto.
Ero senza parole, i visi erano diversi eppure io li ricordavo entrambi come la mi faccia di sempre.
“Ma non capisco. Io mi ricordo con entrambe le facce, non è possibile! E poi scusa, ma quanti giorni sono passati da quando sono qui?”
La faccia di Gabriele cambiò di botto, da sorpresa diventò riflessiva.
“Poco più di due mesi.”
Come due mesi, ma se per me erano passate solo alcune ore, non era possibile, ma che stava succedendo.
Proprio non capivo.