L’innovazione di #Volunia


Oggi è il giorno di Volunia, un motore di ricerca e social network tutto made in italy. Mi sembra giusto quindi perderci qualche istante per esporre qualche semplice considerazione.
Un mesetto fa ero stato avvisato di questo innovativo motore di ricerca e mi era stato chiesto di fare il beta tester, ho guardato un po’, mi sono informato e poi ho detto che era meglio pazientare perché mi sembrava tutto molto in alto mare e nebuloso.
Oggi però c’è sta la presentazione ufficiale (guardatela del minuto 28, prima è vuoto) su cui è meglio stendere un velo pietoso, poiché ha avuto problemi iniziali con il funzionamento di un proiettore e poi è proseguita con l’esposizione di una presentazione fatta con slide. Ma porca miseria, fate una presentazione di un sistema che dite essere innovativo di socializzazione e ricerca su web e anziché fare un live demo del servizio mi presentate delle slide? Ma nemmeno 10 anni fa si faceva ancora una roba del genere. Poi l’unico video di una demo funzionante che ho trovato evidenza lacune di lentezza incredibili e alcuni funzionamenti non ancora stabili.

Per chi vuole la versione breve consiglio la lettura del mio tweet a riguardo, per tutti gli altri continuate pure a leggere. Comunque non perdetevi le considerazioni finali perché il succo sta tutto lì.

In prima istanza si nota la lentezza nella generazione dei risultati e nell’accesso ai siti internet, poi non viene spiegato il funzionamento degli algoritmi di base del motore di ricerca, quindi per quanto ne sappiamo potrebbe essere un clone di google o non avere dati così indicizzati da offrire risultati efficienti, ma questo bene o male può essere il male di tutti i motori di ricerca e solo provandolo si può avere qualche sensazione diretta.
La seconda istanza viene da farsi sulla pesante barra di servizio che si aggancia ai browser, molto simile a quella di tanti altri servizi o motori di ricerca che soprattutto in passato andavano molto di moda. Qui vi hanno aggiunto la funzione social dove si può vedere ed interagire con gli altri utenti, presumibilmente solo quelli che utilizzano Volunia perché per sapere di altri il discorso si fa basandosi su sistemi poco leciti. Questo denota un forte scambio di dati con il server centrale di Volunia che mapperà costantemente i movimenti di un singolo utente legandolo al suo avatar e rendendolo disponibile agli altri utenti. In parole povere si tratta di un servizio di geo tag ma su internet e non nella vita reale come siamo abituati da un po’.
L’ultima istanza è sulla visualizzazione della mappa del sito internet, spacciata per innovativa quando funzioni similari testuali ci sono dalla nascita di internet e sono proprio quelle che permettono l’indicizzazione migliore da parte dei motori di ricerca. In Volunia però hanno fatto i fighi e ci hanno messo le iconcine stile sim city che fanno tanto fine XX secolo.

Concludendo di innovativo c’è poco o nulla poiché un Google con il suo Plus già da un bel po’ fa analisi del traffico di questo tipo, solo che non le rende pubbliche, anzi ha iniziato a farlo da poco. Quindi solo i giornalisti italiani, così poco preparati, potevano cadere in una presentazione così fumosa di un servizio ancora tutto da verificare, quando altri hanno già fatto lo stesso. Ok, è innovazione tutta italiana e per fortuna che almeno c’è questa, ma certamente non ha introdotto nulla di così sensazionale come i giornalisti dicono.
Quindi perché, visto che gli ideatori di Volunia non sono certo degli stupidi, hanno fatto questa grossolana presentazione molto anticipata?
Diciamo che forse è per un vizio tutto italiano che purtroppo ho notato in parecchie aziende in cui ho lavorato. Un modo di reperire fondi e investitori per lo sviluppo quando ancora il prodotto non è ancora del tutto ottimizzato (in alcune in cui ho lavorato poi era del tutto assente).
Saranno esperienze personali e non voglio che pensino troppo, quindi spero che non sia questo il caso e seguirò da vicino Volunia sperando che faccia rapidamente enormi passi da gigante, visto che per una volta l’innovazione italiana si trova alla pari di quella made in usa e i problemi sembrano più di ottimizzazione e grafica che altro.